Il respiro cura

redQualche giorno fa ho sperimentato una sessione di respirazione metacorporea della durata di un’ora circa. Nulla di strano o magico, semplicemente ci si sdraia e si fanno delle respirazioni gonfiando il più possibile l’addome, a bocca aperta e con un ritmo intenso sotto la garbata guida della  bravissima operatrice.

Ora, è vero che tutti respiriamo altrimenti non saremmo qui…ma centrarsi sul respiro con consapevolezza, soffermarsi pienamente sull’aria che entra e che esce, piu’ forte, meno forte, sentendo il gonfiarsi e lo sgonfiarsi dell’addome, svuotare la mente e far si che non esista nient’altro che il respiro, è un lavoro davvero potente, vi assicuro, e gli esiti continuano ad affiorare  anche nei giorni seguenti. L’addome è la sede della nostra centratura, della nostra volontà, respirare intensamente in quella zona può sbloccare vissuti emozionali profondi, affiorano immagini, stati d’animo sopiti  che  avevamo nascosto e bloccato nel profondo. E’ un contatto con il se’ più profondo e autentico, e se abbiamo voglia e un po’ di coraggio di ascoltarlo, ci rivela molto di chi siamo autenticamente.

Espirando con  intensità buttiamo via quello che non ci serve più e facciamo spazio al nuovo, ci liberiamo delle “tossine emozionali”. L’ inspirazione invece ci dice molto di noi: la forza, l’energia con cui immettiamo aria nei nostri polmoni la dice lunga su quanto ci riteniamo degni di esistere, su quanto riteniamo di meritare dalla nostra vita: un inspiro pieno e profondo è un pieno di forza vitale:” sono qui con tutto me stesso e prendo tutto ciò che la vita mi offre.” Al contrario, un inspiro debole, bloccato, mi dice che forse non mi sento in armonia con quello che sono, non mi sento al mio vero posto nel mondo, mi ritengo indegno in qualche modo. Posso così provare a sentire cosa sta dietro a questo disagio.

Posso anche lavorare con le immagini che mi si presentano durante la sessione, che arrivano dal subconscio…

Capite che c’è tantissimo su cui sperimentare e lavorare…..semplicemente respirando.

Io ne sto ancora provando i benefici….potremmo certo scoprire anche qualcosa che non ci piace, d’altro canto che lavoro sulla consapevolezza sarebbe? A voi la scelta, come sempre. E….buon respiro  a tutti!

Se volete approfondire: http://www.oceanosintesi.org  – respirazione metacorporea

Tutti sanno che chi non respira è morto. Pochi hanno capito che più si respira e più si è vivi.

A. Lowen

La formula dell’Amore (?)

mattotti-works-2Il fisico britannico Paul Dirac (1902-1984), cofondatore della meccanica quantistica, formula in una ricerca l’equazione in grado di descrivere il fenomeno dell’ entanglement (incatenamento) quantistico, che sottolinea il carattere di non separabilità tra gli eventi per la presenza di correlazioni a distanza tra quantità fisiche osservabili nei sistemi coinvolti. Il principio alla base dell’equazione di Dirac è che : ” se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere considerati due sistemi distinti, ma in qualche modo diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade ad uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce.” Il passaggio di informazioni tra diversi elementi all’interno di un sistema, in sostanza, avviene anche tramite un’azione a distanza che perdurerà nel tempo.

Cosa succede se applichiamo questo concetto ai legami tra gli esseri umani ?

Secondo il ragionamento di Dirac, se due persone entrano in relazione e si instaura tra di loro un rapporto di amicizia o amore e poi vengono separate, esse non possono essere definite come due soggetti differenti ma, in qualche modo, ne diventano uno solo.

Anche dopo la separazione, continueranno nel bene e nel male, a conservare dentro di sè una parte dell’altra. Per sempre.

A prescindere dalle distanze e dai vissuti di ogni individuo, nonostante allontanamenti o distacchi, queste persone si influenzeranno comunque.

L’equazione di Dirac è dunque la formula scientifica dell’amore eterno ? Che ne pensate? Continua a leggere

Stop…

C’è bisogno di fermarsi per conoscersi. Saper mercuriobastare a se stessi implica un viaggio alla ricerca della propria anima, in modo che nel cercarla si assuma lo stato di interlocutori della nostra vita, e che sia meno necessario perdersi e possibile trovarsi.        cit.

Ed aggiungo io..questa è la miglior condizione per volgersi poi con consapevolezza profonda verso l’Altro.

Buona settimana

I sistemi familiari

Lealtà familiari invisibili: le aspettative che ci imprigionano – http://lamenteemeravigliosa.it/lealta-familiari-invisibili-aspettative/

12829432_10209000991333078_4933601052659895985_oIl grado di maturità emotiva di un soggetto dipende dall’autonomia psichica che è capace di raggiungere nei confronti della propria famiglia di origine.

U. Telfener

Buona lettura

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Il libro di maggio

Fiumi di parole si sono spesi e si spendono su quella che è “l’Esperienza” che nella vita ci accomuna un pò tutti, il dover affrontare e gestire la fine di una relazione, fine che non abbiamo deciso noi. Parliamo quindi di una forma di abbandono vero e proprio.

Oltre a riportare a galla antiche personali ferite, ci si trova a ricostruire tutti gli aspetti del quotidiano, pratico ed emotivo , a ridefinire i propri contorni e quelli dell’altro che non è più con noi.

Il libro che voglio consigliare affronta la questione esaminandola nei suoi molteplici aspetti. Per aiutarci ad integrare l’abbandono, non cadere nell’autocommiserazione, nella rabbia distruttiva, e vedere anche le eventuali ragioni dell’altro, che sempre ci sono.

 Non mi dilungo oltre, la psicoterapeuta della coppia Umberta Telfener tratta l’argomento  molto esaurientemente.

Quindi buona lettura ed un sola regola prima di iniziare: vietato mentire a se stessi.le forme dell'addio

Umberta Telfener “le forme dell’addio” ed. Castelvecchi