La resa

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Molti di noi hanno difficoltà con il concetto di resa, che viene intesa come colpevole rinuncia, segno di debolezza, talvolta codardia, insomma evoca giudizi con cui ci si sente scomodi, sbagliati, inadeguati, non all’altezza degli altri.

Nella nostra società spesso si respira la credenza per cui chi resiste è più forte, più degno, insomma migliore, in una visione della vita come continua lotta, performance, gara ad ostacoli per dimostrare di essere i più forti.

Mi accade sovente nei percorsi con i clienti, di constatare quanto questa resistenza sia potente, anche se essi stessi si rendono conto di quanto il non riuscire a mollare ogni tanto sia per loro dannoso e non porti a nulla se non a frustrazione e grande pesantezza.

La resa di cui parlo è risultato della consapevolezza che talvolta gli eventi della vita vanno come a noi non piace, come non ci aspettavamo, anche in maniera ingiusta…

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I miei percorsi per te

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VOLA – IL PERCORSO SULL’AUTOSTIMA

Una serie di sessioni di coaching mirate ad osservare come dialoghi con te stesso. Spesso quando l’autostima è debole non ci sentiamo in grado di raggiungere un obiettivo, fatichiamo a prendere decisioni, non siamo mai certi di ciò che vogliamo, dove vogliamo andare, cosa conta davvero per noi, ci giudichiamo severamente in una continua ed estenuante lotta con noi stessi, anche le realzioni ne risentono. In questo percorso acquisirai gli strumenti per osservare dove nasce il tuo autoboicottaggio, qual’è il tuo sistema di valori, cosa davvero ti rappresenta, ti appartiene e cosa invece è frutto di condizionamenti che ti impediscono di guardarTI davvero, in modo autentico.Una volta libero/a da questi schemi attingerai alle tue risorse e svilupperai piena consapevolezza del tuo valore, della tua unicità, di ciò che è importante per te e potrai infine agire in accordo con chi sei. Una vera e propria…

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Pensare col corpo

Cosa accade dentro di noi quando vivamo in continuo affanno, rincorrendo attività varie sempre di fretta, quando fermarsi un attimo sembra impossibile ed è quasi scomodo?

Cosa accade dentro di noi quando siamo sequestrati emotivamente da una difficoltà e giriamo a vuoto cercando soluzioni sempre uguali e siamo prigionieri di meccanismi sempre identici?

Cosa accade dentro di noi quando siamo convinti che solo gli altri possano colmare i nostri vuoti emotivi e dunque elaboriamo tutti i nostri comportamenti esclusivamente sul bisogno?

Cosa accade nel corpo a seconda del tipo di lavoro svolto?

Cosa accade al nostro corpo a seconda di cosa e come mangiamo ?

Cosa accade dentro di noi in relazione a come viviamo l’intimità sessuale?

Cosa accade dentro di noi in relazione allo spazio e ai confini personali che mettiamo nella nostra vita?

Chi mi conosce e lavora con me sa bene quanto io ami le domande, quelle che sfidano le nostre credenze e le nostre rigidità, che sono poi le nostre gabbie. Porci domande soprattutto sulle questioni più spinose per noi ci aiuta ad evolvere, ad uscire dagli schemi ormai conosciuti e che non funzionano più, a trasformare situazioni e trovare soluzioni più funzionali a ciò che stiamo vivendo. Ampliando gli orizzonti ci sentiamo e viviamo meglio.

Le domande citate sopra e molte altre trovano risposte e spunti di riflessionei in un libro che ho trovato davvero sorprendente e che vi consiglio caldamente. Anche il momento può essere favorevole, a breve entreremo in Primavera, stagione di fioritura e rinascita, come vogliamo viverla?

Buona lettura !

PENSARE COL CORPO – Jader Tolja, Francesca Speciani – ed. Tea

Cercando le parole

Primo giorno del nuovo anno, eccolo arrivato.

Mi accade spesso di avere difficoltà nel trovare le parole quando sono coinvolte emozioni profonde, dunque cerco aiuto.

Oggi l’ho trovato nelle parole di Franco Arminio, poeta che amo proprio per come riesce a portare fuori ciò che è dentro.

Vi lascio il suo scritto con i migliori auguri di un 2023 pieno di luce, senza temere le ombre.

BRINDIAMO OGNI GIORNO

Stanotte camminavo da solo

nella mia strada.

Non c’erano segni di festa,

tutte case chiuse.

A un certo punto ho guardato la porta

di casa mia.

Ho pensato a quante volte sono uscito

di casa col pallone, con un’arancia

in mano, con la neve, col sole:

una storia come tante

in questa cosa strana che è l’universo

in cui si gioca al pallone, si mangia un’arancia

e a un certo punto si incontra una donna,

si fa un figlio, si va in giro, muore una madre

e poi viene una notte come questa

in cui ti senti sereno e guardi la luna

e c’è un bel silenzio e pensi

con mite orgoglio alle cose che hai fatto,

alle cose che hanno fatto per te.

Bisogna confidare nel camminare,

forse in nessuna casa

potevo pensare il mondo

con più dolcezza,

Auguriamoci un anno pieno d’aria,

Brindiamo un poco ogni giorno

assieme all’aria,

Franco Arminio

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Trappole

Tutti noi abbiamo una percezione del mondo e di ciò che ci accade che molto ha a che vedere con impronte, modelli che si sono originati all’inizio delle nostre vite e che riguardano la nostra storia emotiva personale.

Semplificando al massimo: gestiamo le nostre emozioni per come siamo stati abituati a sentirle e gestirle nelle prime fasi della vita. Abbiamo credenze, modelli che sono nati dalle nostre prime relazioni con chi si è preso cura di noi. Alcuni di questi modelli si rivelano talvolta, in età adulta, delle vere e proprie trappole che bloccano la nostra autenticità e libertà di esprimere ciò che siamo, si trasformano in vere e proprie gabbie.

Ne descrivo qui alcune ricordando che spesso le utilizziamo in modo automatico, senza esserne consapevoli:

_ DEVO ESSERE SEMPRE FORTE: non ci permettiamo di sentirci fragili, vulnerabili, di chiedere aiuto. Abbiamo difficoltà a dire i nostri NO, a porre i nostri sani confini. Ci si prende cura di tutto e tutti tranne che di noi stessi, per ritrovarci poi sfiniti, prosciugati, pieni di una rabbia intensa e il più delle volte repressa.

_NON E’ GIUSTO CHE IO MI ARRABBI: ci è stato insegnato, o lo crediamo noi, che arrabbiarsi sia sbagliato, una manifestazione emotiva scomoda e sconveniente, quindi ci reprimiamo tutte le volte che ci arrabbiamo, spesso per l’errata convinzione che “SE MI ARRABBIO SONO MENO AMABILE”.

_SONO RESPONSABILE DEL MONDO INTERO: ci sentiamo responsabili per qualsiasi cosa, a cominciare dalla felicità di chi ci sta vicino, dunque quando qualcosa non va ce ne prendiamo piena responsabilità, vogliamo aggiustare, trovare subito soluzioni sempre, nel lavoro, a casa, nelle relazioni tutte.

_POSSO SEMPRE FARE MEGLIO: nulla è mai abbastanza buono, posso sempre fare di più, non sono mai appagato.

_NON SONO AMABILE: ci sentiamo sbagliati sempre, chiunque è meglio di noi, nessuno può amarci poichè valiamo poco.

_ DEVO GIUSTIFICARE LA MIA ESISTENZA FACENDO CONTINUAMENTE QUALCOSA: se non siamo sempre in azione, in movimento, proviamo disagio, quel senso di vuoto che ci terrorizza e che quindi cerchiamo di riempire di attività. Peccato che poi il vuoto torni comunque.

Solo nel momento in cui diventiamo consapevoli di quali siano i nostri schemi profondi, le nostre credenze, allora possiamo lavorare per scioglierle, ammorbidirle, provare strade nuove che ci permettano di vivere in sintonia con chi siamo e con le emozioni che proviamo e che non abbiamo più necessità di reprimere nell’illusione di essere più accettati e degni di amore. Il coaching si rivela strumento potente per fare ciò.

Una lettura straordinaria sul tema: Quando il corpo dice no – Gabor Matè

Scrivimi per un incontro esplorativo: ferrariste66@gmail.com

Corpo, mente, emozioni

Facciamo ancora tanta fatica a concepire questi tre elementi in strettissima connessione, in un’unica entità in cui c’è continua correlazione, relazione, comunicazione.

Spessissimo i clienti nelle sessioni mi descrivono sintomi fisici usando l’espressione “ma questi sono fatti fisici, Stefania”, a voler dire che quello che provano, da quanto e come lo provano, le difficoltà che si trovano ad affrontare, impronte familiari particolarmente dolorose ed in genere la storia personale, non abbiamo niente a che vedere con lo sviluppo di sintomi fisici.

Infatti la nostra medicina suggerisce terapie che aggrediscono il sintomo, lo mettono a tacere. Ma il paziente è davvero guarito? Dal sintomo si, nel senso che il sintomo se ne va. Ma cosa intendiamo per “guarigione”?

Nella mia esperienza personale mi sono trovata ad accusare sintomi che mi hanno lasciato in pace solo quando ho risolto situazioni di vita che si sono rivelate non essere sane per me, la mia guarigione è passata attraverso una guarigione delle emozioni che mi rifiutavo di sentire, e che dunque urlavano le loro ragioni attraverso il sintomo, appunto.

Lungi da me a questo punto l’addentrarmi in temi medici specifici, non è certo il mio ambito. Credo fermamente però che valga la pena ampliare la visione che oggi (ancora, ahimè) è tanto, troppo limitata in materia di connessione corpo/emozioni/sintomi.

C’è una lettura meravigliosa che consiglio a chiunque abbia anche un minimo dubbio o voglia entrare più in profondità.

L’autore, Gabor Matè, ha un curriculum ed una storia personale che parlano da soli, verificate voi stessi.

Che dire, leggetelo, ne vale davvero la pena.

“Quando il corpo dice no” Gabor Matè – ed. Il leone verde

Sai come prenderti cura di te?

Non è affatto scontato. Lo possiamo vedere dall’aumento delle problematiche legate all’ansia, allo stress che alla lunga porta a stati infiammatori e infine sintomi.

Qui sotto un decalogo prezioso che può davvero cominciare a fare la differenza. Dunque prenditi una pausa e osserva.

Questa pratica ti permette di riportare in equilibrio il tuo sistema nervoso ogni volta in cui ti senti sopraffatto, scarico o troppo carico.

_ Cosa sento?

_ Cosa sto toccando?

_ Cosa sto assaporando?

_ Cosa vedo?

_ Come sento il mio corpo?

_ Cosa sto pensando?

_ Come sto respirando?

_ Quali emozioni sto provando?

Invece di giudicare: sii curioso, osserva e descrivi.

Invece di rimuginare su passato o futuro: focalizzati sul presente.

Invece di agire in modalità multitasking: fai una cosa alla volta.

Invece di trattenere: lascia andare e vai avanti.

Ricorda che tu non sei i tuoi pensieri, tu hai pensieri che arrivano e vanno.

Tu non sei le tue emozioni, ma colui che ne fa esperienza. Anche le emozioni arrivano e vanno e tu hai la possibilità di gestirle, non il contrario.

Per acquisire strumenti essenziali al tuo benessere psicofisico, visita:

www.somatic-experiencing.it

Continua a leggere: Sai come prenderti cura di te? Continua a leggere: Sai come prenderti cura di te? Continua a leggere: Sai come prenderti cura di te?

Tempo d’estate

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Tempo d’estate, ombre lunghe e luce splendente, tutto pare dilatato insieme alla durata delle giornate.
E’ tempo di coltivare lentezza, pause di silenzio dentro e fuori, ascolto…
Il mio invito è a coltivare la Bellezza, a cercarla in ogni piccola cosa quotidiana, non è necessario fare grandi viaggi. Il viaggio più prezioso è sempre quello dentro di noi, non c’è possibilità di andare lontano se non si parte da lì.
Vi auguro di riuscire a trovare un VOSTRO tempo, che non è quello dell’orologio e del calendario bensì quello delle emozioni e della storia personale che unisce passato, presente, futuro, e non è certo lineare.

Anche ad agosto, esclusi i giorni che vanno dal 13 al 20, potete contattarmi se desiderate un incontro esplorativo…. e se fosse il momento giusto?
https://diventachisei.blog/2021/03/08/i-miei-percorsi-per-te/

Vi auguro una serena estate e lascio questa poesia che trovo meravigliosa.
Lasciate liberi i sogni, dimenticate ogni idea…

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La resa

Molti di noi hanno difficoltà con il concetto di resa, che viene intesa come colpevole rinuncia, segno di debolezza, talvolta codardia, insomma evoca giudizi con cui ci si sente scomodi, sbagliati, inadeguati, non all’altezza degli altri.

Nella nostra società spesso si respira la credenza per cui chi resiste è più forte, più degno, insomma migliore, in una visione della vita come continua lotta, performance, gara ad ostacoli per dimostrare di essere i più forti.

Mi accade sovente nei percorsi con i clienti, di constatare quanto questa resistenza sia potente, anche se essi stessi si rendono conto di quanto il non riuscire a mollare ogni tanto sia per loro dannoso e non porti a nulla se non a frustrazione e grande pesantezza.

La resa di cui parlo è risultato della consapevolezza che talvolta gli eventi della vita vanno come a noi non piace, come non ci aspettavamo, anche in maniera ingiusta, proprio così.

E allora cosa vogliamo fare? Possiamo continuare a resistere a ciò che ci accade ingaggiando una lotta che ci porta a ….. cosa? A lottare spesso perdendo anche di vista il punto, in una modalità di aggressione nei confronti della vita e di noi stessi (poichè ci sentiamo incapaci di “dominare gli eventi”) che presto ci presenta il conto in termini di rabbia, prostrazione e anche sintomi fisici.

Oppure possiamo poco a poco fare pace con ciò che non è in nostro potere cambiare, lasciarlo andare e rivolgere le energie a tutto ciò che invece possiamo fare per ampliare lo sguardo, liberare le risorse che prima erano sepolte sotto la modalità di resistenza ad ogni costo, ed utilizzarle in armonia con chi siamo e col bisogno del momento, ognuno trovi la sua personale, unica ricetta.

Vedo troppo spesso persone bloccate da anni su vicissitudini ormai antiche trasformate in un rancore verso se stessi e/o gli altri che li acceca e non fa più vedere loro quanto ancora sia possibile vivere con gioia e pienezza.

E allora di fronte a ciò che non possiamo cambiare ben venga la RESA a farci cambiare strada ed indicarci il cammino verso una nuova realizzazione, forti anche del bagaglio delle nostre ferite, delusioni, arrabbiature. Come dico sempre, anche qui abbiamo possibilità di scegliere: mi piace dire che forse chi NON si arrende è perduto.

Potete leggere: Dovunque tu vada, ci sei già – Jon Kabat Zinn

Chi credi di essere?

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travi-azzurre-a-forma-di-onda-sfondo-nero_293-228Esistono sempre più numerose evidenze scientifiche (grazie allo sviluppo delle neuroscienze) che ci mostrano come molto di come viviamo e vediamo la nostra vita dipenda dal potere che attribuiamo a noi stessi e alla fiducia nella possibiltà di cambiare e creare nuovi schemi più consoni al nostro Ben –  Essere. Potere inteso come insieme di possibilità, credere di poter modificare le nostre credenze, fiducia nello sperimentare nuove vie oltre l’umana paura di ciò che non conosciamo. Troppo spesso il rimanere ancorati a questa paura ci fa accettare di rimanere in uno stato di profonda infelicità, malessere interiore che purtroppo spesso sfocia in sintomi fisici.

In realtà, lo verifico nel mio lavoro e nel mio privato, questa paura è sempre un mostro fatto di niente, che si autoalimenta: più proviamo paura, più ci immobilizziamo, più stiamo male, più abbiamo paura…. un pesante circolo vizioso.
Provare paura è umano, provare ad ascoltarla…

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