Agosto, il perturbante

Agosto, mese del solleone e dell’esercizio della lentezza, quando ce la concediamo.

Conosco racconti di agosti affannati, stressanti nella rincorsa al divertimento ad ogni costo, allo sfoggio di mete esotiche sui social, alla cosiddetta ansia sociale di chi non va da nessuna parte e per questo pare valga di meno e si sente un derelitto.

Quanta fatica nel dover essere, nel dover mantenere standards che non si sono scelti ma paiono imposti.

E quanta ricchezza può esserci nel praticare un pò di scomodità, nello stare fermi e ascoltare cosa si muove soprattutto dentro, nell’esercizio del resistere un poco all’ immediata soddisfazione di un desiderio. E la noia diviene creatività, un desiderio diventa un obiettivo da perseguire se ci appartiene davvero, se lo abbiamo scelto noi per noi, non qualcun altro. Altrimenti possiamo lasciarlo andare.

Scomodo stare con se stessi, vi siete mai chiesti perchè?

Con l’ augurio di perturbarvi con serenità, vi lascio con un grandissimo che scomodo è stato sempre.

“Le periferie di Roma bruciate dal sole, i cieli luminosi, il caldo che fa mancare il respiro, le tiepide nottate a Villa Borghese, la voglia di bagni, un po’ di arietta che viene dal mare, i pomeriggi passati a far niente, le partite a pallone. Estate che può crescere velocemente un corpo di ragazzo; stagione di scoperte, di abbandoni, di odori fortissimi, pungenti — estate che è il volto, forse, della vita vera, tempo vuoto e perciò tanto più pieno di senso; tempo propizio all’infanzia e all’amicizia, all’amore dello spirito e del corpo, alla confidenza erotica con la vita”.

Pier Paolo Pasolini

Torna indietro

Il messaggio è stato inviato

Attenzione
Attenzione
Attenzione
Attenzione!