Agosto, il fragile

“La fragilità è la condizione che ci consente di essere aperti al mondo e agli altri, di essere permeabili alla bellezza e al dolore.”

Questa citazione di Eugenio Borgna ha in sè una miriade di temi che ogni tanto torno ad esplorare, soprattutto in una stagione che per molti vede l’emergere prepotente di fragilità dolorose, solitudini soprattutto.

Fragilità, termine spesso pronunciato con timore, vergogna, diffidenza, qualcosa che ci rende meno degli altri, i forti….. pensiamo. Eppure la fragilità è tema, trama che attraversa la nostra intera esistenza, che cambia a seconda delle fasi della vita, si modella, si nasconde per poi riemergere. C’è ad esempio la fragilità dell’adolescente con le sue insicurezze e paure, c’è la fragilità dell’adulto coi dubbi e le responsabilità, dell’anziano vulnerabile e vicino a malattia e morte.

Eppure essa non è un difetto da celare ma una voce che arriva nei momenti di silenzio e se riusciamo ad accoglierla e farcela amica ci racconta chi siamo davvero, al di là di tutte le aspettative e costrutti esterni. Non è solo un’esperienza individuale, ma anche relazionale. È ciò che ci permette di entrare in contatto profondo con l’altro. Quando ci concediamo di essere fragili, smettiamo di indossare maschere. Diventiamo autentici, permeabili, capaci di empatia.

Vivere pienamente non significa essere invincibili. Significa essere presenti, aperti al sentire. Significa accogliere la fragilità come parte della propria identità, come fonte di bellezza e di verità.

Nei miei percorsi offro proprio questo sguardo: uno spazio sicuro in cui ascoltare e accogliere le fragilità per integrarle e renderle occasione di evoluzione verso una vita più serena, autentica, piena, aperta a nuove possibilità. In cui dunque la nostra umana vulnerabilità diventa forza trasformatrice.

Che sia un’estate di pienezza, in compagnia delle nostre fragilità.

Una lettura fondamentale: Eugenio Borgna, La fragilità che è in noi – Einaudi

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